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Lo tzilleri di Sassari vecchio (LU VINDIORU)

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Noi dello staff de “Lu Sassaresu di Ruseddu” vogliamo rendere omaggio ad uno dei luoghi più sacri del centro storico di Sassari, lo Tzilleri (LU VINDIORU). Un tempo adibito al solo consumo o vendita di vino ora in epoca moderna assume una connotazione più ampia e dunque col termine “Tzilleri” si indicano anche bar e circoli che in un certo senso tengono fede e onore a questo glorioso luogo di ritrovo. Camminando per i vicoli del centro storico di Sassari non è difficile imbattersi in questi chiassosi e animati locali dove i clienti si divertono e bevono in allegria. Lo Tzilleri per essere riconosciuto come “tale” deve avere dei “requisiti importanti” che lo distinguano in modo evidente da altri locali. Innanzitutto, si consuma esclusivamente birra Ichnusa e vino sardo (generalmente di Sorso o zone vicino a Sassari). Inoltre, i puristi ascoltano musica sassarese e giocano a carte, prediligendo la mariglia (fondamentalissima). Elementi essenziali sono le damigiane (che usano in pochi in quanto obsolete e fuori moda), bidoni di vino (rigorosamente pieni!), i boccioni e i suonatori di chitarra (sono fondamentali pezzi come “La mirinzana”, “Drommi Drommi”, “Masthru Pittinaddu”, “Lu Zarrettu”, “Carraiolu di Ruseddu”) che propongono brani storici dei maestri Ginetto Ruzzetta, Tony del Drò e Giovannino Giordo. Il frequentatore dello Tzilleri noto come “Tzilleriano” vi si reca dopo una faticosa giornata lavorativa (a meno che non sia disoccupato) dove passa il tempo insieme ai suoi compari di tazza. Gli argomenti trattati in codesto luogo sono per lo più legati agli avvenimenti svoltisi durante la giornata o nei periodi passati, spesso escono fuori dei veri e propri “racconti epici” quasi sempre ingigantiti dall’effetto alcolico.

Coprono un ruolo di primo piano le discussioni sulle donne, specialmente sulle “disponibili e calde” straniere che abitano nel centro storico. Un Tzilleriano che si rispetti è un amante delle belle femmine ed è un esperto nell’arte del “rimorchio”, con queste egli usa un approccio a prima vista rude e burbero ma che il più delle volte si rivela efficace. Non è raro assistere ad apprezzamenti un po’ coloriti e sentire cori improvvisati che vengono fatti durante il passaggio di belle fanciulle: “Ebbè mascì, “E poggu sei bona”, “Oh pacciocciona”, “Mamma mea! Ogni troncu di paccioccio”, accompagnati dagli storici versi libidinosi: “Ohuu” e “Ohiaa”. In uno Tzilleri “come si deve” non dovrebbero mai mancare la bandiera o il gagliardetto della Torrescalendari di donne nude o poco vestitemateriale discografico sassarese (musicassette, CD) e foto dei candelieri. Qualche proprietario da vita (purtroppo non più come un tempo e ahimè sono rimasti in pochi!) anche a gustosissime tavolate di cibo (accompagnate prima e dopo il pasto da gioiose cantate). Si preparano grigliate, favate, arrostite e buone dosi di carne bollita (di pecora) anche se i più nostalgici giustamente prediligono lo Zimino (tradizione importantissima per i “Sassaresi in ciabbi”!). Queste divertenti ed inebrianti serate si protraggono fino a notte inoltrata ed il giorno scelto per queste attività è in genere il sabato sera. Non dimentichiamoci che qui si svolgono anche “storiche manifestazioni” come i tornei di dama e mariglia.  Negli Tzilleri ci si confronta avvolte anche con toni un pò pesanti, ma sempre con “lo spirito cionfraiolo” che contraddistingue i frequentatori di questi caratteristici locali della parte vecchia di Sassari.

Scritto dalla redazione de “Lu Sassaresu di Ruseddu”.

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