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Le lorighittas di Morgongiori

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Risultati immagini per lorighittas morgongiori ricettaUna vacanza in Sardegna è anche un viaggio sulle strade del gusto alla ricerca dei sapori originali della tradizione sarda come quella secolare delle lorighittas, la pasta tipica di Morgongiori, un piccolo centro, ai piedi del Monte Arci, a pochi chilometri da Oristano.

Dietro la bontà di un prodotto c’è l’arte sapiente della sua lavorazione. Questa pasta infatti è realizzata da mani esperte con ingredienti semplici come semola di grano duro, acqua e sale. Ecco la ricetta per preparare sas lorighittas: dopo aver impastato la semola con l’acqua fino ad ottenere una pasta morbida e liscia, lavorate una noce di pasta su una spianatoia fino alla realizzazione di un lungo spaghetto di circa 25 cm. Il filo di pasta dovrà essere avvolto attorno a tre dita unite per due volte di seguito. Poi, i due anelli così costituiti (loriga in sardo significa anello o orecchio), devono essere intrecciati insieme. Dopo la preparazione, si dispongono in un cesto per asciugare. Nel loro insieme danno l’idea di un ricamo difficile e raffinato. Nel video che segue potete vedere le fasi descritte:

Oggi la delicatezza di questa pasta fresca, che un tempo si realizzava per la festa di Ognissanti e veniva condita con un sugo a base di galletto ruspante, ben si sposa con il sapore deciso di un sugo a base di maiale, selvaggina ma anche di crostacei, asparagi o funghi. Abbinamenti che potete trovare sulle tavole dei migliori ristoranti della Marmilla, a seconda delle prelibatezze stagionali che la natura offre, e che si possono accompagnare con un buon vino novello.Risultati immagini per lorighittas morgongiori ricetta

Sapori autentici e semplici che riflettono la sincerità di una territorio, la Marmilla, una sub regione al limitare del Campidano, dominata da un paesaggio collinare morbido e nota per la presenza delle giare, come quella di Gesturi, Siddi e Serri, altopiani basaltici ricoperti di macchia mediterranea e sugherete. Qui sarà facile emozionarsi incontrando i cosiddetti “cavallini della Giara” una specie equina portata in Sardegna dai Fenici, che vive allo stato brado abbeverandosi nei numerosi specchi d’acqua che si creano in piccole depressioni dette paulis.

 

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