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Villa Farris a Sassari:la villa dei misteri

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Nel 1907 l’usinese Giosuè Farris aprì un grosso emporio in Corso Vittorio Emanuele n. 2 che, gestito in seguito anche dai fratelli, rimase aperto per quasi 70 anni. Da Farris si poteva trovare di tutto: cappelli, bastoni, pellicce, giocattoli, camicie o cravatte.
 
Quello che però il signor Farris non immaginava è che il suo nome sarebbe arrivato a noi non tanto per le sue indubbie doti commerciali, ma per il fatto che un giorno di novembre del 1911 acquistò dal Comune i lotti edificabili 34 e 35 del nascente quartiere di Cappuccini portando con sé i due figli ancora minorenni, Manlio e Lina, a cui intestò la proprietà. All’epoca, il piccolo Manlio aveva appena 2 anni, mentre la sorella Lina, che era del 1907, ne aveva 4.
 
Rivoltosi poi all’ingegner Raffaello Oggiano, immersa in quei preziosi 1974 metri quadri il signor Giosuè fece ideare una splendida villa liberty circondata dal verde, la cui realizzazione fu affidata all’impresa edile del signor Gianuario Fundoni che, però, non tardò a scontrarsi proprio col progettista. Oggiano, infatti, durante la direzione dei lavori, rilevò qualche esagerazione di troppo nei costi addebitati e sebbene il villino fu portato a compimento, scoppiò un tutti contro tutti.

In primis Giosué Farris denunciò il costruttore e fu necessario, a tal proposito, l’intervento di due figure esterne, gli ingegneri Sanna e Franchetti, chiamati a giudicare i lavori e le cifre astronomiche. Gianuario Fundoni, a sua volta, ritenne che le voci che iniziarono a circolare sul fatto che lui gonfiasse i costi fossero lesive per la sua ditta ed allora controreplicò, denunciando sia Farris che Oggiano per diffamazione. Quest’altra causa arrivò a sentenza nel 1914 con l’assoluzione piena dei due.

lina farris abitante di villa farris a sassariCome se l’iniziale caos non fosse bastato, il destino, a sua volta, non fu clemente e una decina di anni dopo l’edificazione, nel 1923, proprio Lina Farris, appena sedicenne, morì. Non casualmente, nel 1925, il papà Giosué lasciò anche la gestione della sua merceria. Forse questa luttuosa vicenda, unita all’aspetto elegantemente sinistro della bella villa, alimentò numerose dicerie che si tramandarono negli anni. La più classica parla di presenze spettrali, altre narrano che la villa portasse sfortuna. Un’altra, apparentemente piuttosto fondata, dice che il proprietario, frequentatore abituale del “Circolo Sassarese”, la rischiò più volte ai tavoli del poker, alla fine perdendola. La famiglia degli attuali proprietari, infatti, l’avrebbe comprata a metà ‘900 proprio da colui che la aveva vinta e che la rivendeva per monetizzarla.
 
In ogni caso, più di un secolo dopo, il signor Giosuè ci guarda dall’alto, ma noi abbiamo ancora la sua “villa Farris”, nonostante tutto.

 

Nella piccolissima tomba di famiglia al Cimitero Monumentale di Sassari, riposano alcuni componenti della famiglia Farris, tra cui proprio Manlio e Lina. Da qui si evince la morte prematura di quest’ultima. Compare anche una certa Maria Farris, nata Porcella, la quale, presumibilmente, fu la moglie di Giosuè e la madre dei due bambini. Anche in tal caso, si tratterebbe di una morte prematura, ad appena 33 anni, quando Manlio e Lina avevano appena 1 e 3 anni. Se così fosse, il signor Giosuè al momento della costruzione della villa era già vedovo.

La meravigliosa villa Farris, così come appariva nel 1915-’20. Da notare l’ampiezza del terreno, terrazzato nella parte inferiore. Intorno agli anni ’60 l’angolo del giardino in primo piano venne ceduto ad un’impresa edile che vi costruì un palazzo ancora oggi esistente e che, purtroppo, ha rovinato l’estetica d’insieme, addossandosi alla villa.

 

Ricerche, foto e testo di Marco Atzeni https://storiasassari.blogspot.com/2019/09/villafarris.html

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