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Il “sequestro” della statua di San Francesco di Lula

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È il 9 marzo del 1979, e una folla festante accompagna la statua di San Francesco nella sua dimora: il santuario di Lula a lui dedicato dove si festeggia una della più caratteristiche e sentite sagre della Barbagia e della Sardegna intera. Da quel santuario era stato clamorosamente «rapito» poco più di 24 ore prima. Con tanto di telefonata anonima alla Nuova Sardegna che, con voce contraffatta, annunciava: «San Francesco è stato rubato e sotterrato con una ruspa. Una notizia choc, che gettò nella disperazione la comunità lulese. Che iniziò immediatamente la caccia al simulacro di legno, del peso di oltre tre quintali, di non grande pregio artistico ma di enorme valore simbolico e affettivo. A ritrovare la statua fu un carabiniere: Francesco Murgia, originario di Lula ma in servizio a Bitti. In realtà non era stata sotterrata ma nascosta in un ovile lontano qualche chilometro (dove era stata portata a braccia) e ricoperta di sterpi. Misterioso il movente, anche se molto si parlò di un «dispetto» legato al rinnovo della carica di Priore. “Dae sa ruche non brinchiat” sentenziò un anziano pastore, ricordando il leggendario tentativo di furto della statua, caricata su un carro trainato da buoi, che arrivati a “sa ruche” (poche centiania di metri a valle del santuario) si rifiutarono di andare avanti. Ma, nonostante la favorevole leggenda, molta fu la paura, sdegnata la condanna della comunità. Ed enorme, il giorno del ritrovamento, la commozione. Nel meraviglioso scatto di Claudio Gualá impossibile non sottolineare, oltre ai radiosi sorrisi di chi riporta la statua al santuario. l’espressione del santo. Che con gli occhi rivolti al cielo sembra pensare: “ma guarda cosa mi tocca sopportare”.

Fonte:https://bua-sassari.blogautore.repubblica.it/2012/03/05/il-rapimento-di-san-francesco-di-lula/comment-page-1/

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