NVIATO A MILANO. Il buio oltre David Logan, buio pesto oltre il solito discreto numero di minuti ad alta intensità. La Dinamo si lecca le ferite per l’eliminazione dalla Final Eight di Coppa Italia e guardandosi allo specchio torna a vedere gli stessi difetti di sempre.
In più, ad agitare ulteriormente le acque in casa biancoblù, sono arrivate le parole di coach Marco Calvani, che venerdì pomeriggio nella sala stampa del Forum di Assago ha usato toni molto duri nei confronti dei suoi giocatori, in particolare Joe Alexander e l’ultimo arrivato, Josh Akognon. Al primo è stato imputato l’errore chiave della gara, il mancato fallo su Cazzolato, autore della tripla che ha portato il match all’overtime. Il play, invece, è stato accusato di avere gestito male la palla su una rimessa. Il tutto, espresso in termini decisamente forti, quasi sprezzanti.
Difficile pensare che le accuse di Calvani, che pure poggiano su solide fondamenta dal punto di vista tecnico, non abbiano conseguenze a livello di spogliatoio. In un gruppo in fase di evoluzione e alla ricerca di nuovi equilibri dopo la mini-rivoluzione invernale (via Haynes, Eyenga e Pellegrino, dentro Mitchell, Kadji e Akognon) ci sarà ora da ritrovare compattezza e condivisione di intenti. Con un Varnado da rigenerare completamente, tra condizione fisica precaria e un morale sotto i tacchi per le recenti esclusioni, ora bisognerà rimettere insieme i fili di una stagione che sta andando nettamente al di sotto delle attese.
Anche perché a questo punto, falliti o comunque archiviati ben quattro obiettivi (Supercoppa, Eurolega, Eurocup e Coppa Italia), alla Dinamo non resta che concentrarsi sul campionato. Dove le cose non sono messe benissimo ma dove lo spazio per provare a fare qualcosa di buono non manca. A patto di ritrovare la serenità e di superare la Logan-dipendenza: l’americano continua a essere l’unico giocatore che spacca le partite da solo e l’esempio di venerdì è lampante. Contro Cremona, quando Logan si è acceso la squadra ha cambiato passo (nel terzo e nel quarto periodo, con 22 punti); quando invece l’ex giocatore dell’Alba Berlino è tornato nei ranghi (0 punti nell’overtime), a quel punto il Banco di Sardegna è completamente uscito dalla partita, lasciando il campo alla Vanoli di Pancotto.
Da questo punto di vista, in attesa di capire meglio che “pesce” sia Josh Akognon, appare assolutamente fondamentale riuscire a mettere Mitchell nella condizione ideale per esprimersi. Perché sabato, al di là di punti (16) e rimbalzi (12), con i suoi musi, le sue proteste, i “cinque” non dati all’allenatore e i tiri forzati, la sua presenza in campo ha costantemente caricato di negatività la squadra. Buona parte del futuro di questa stagione, insomma, passa dalle mani dell’Mvp della scorsa stagione.
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Dinamo, esplode il caso Calvani
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