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Dolci sardi in occasione della Pasqua

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Abbiamo parlato di Pasqua e del fatto che questa festività è un’ottima occasione per un’uscita fuori porta, ma ci sembra opportuno parlare di cucina e in particolare di dolci.

Certo, la pasticceria sarda non è rinomata quanto quella siciliana, fatta di creme, canditi e profumi agrumati, ma è allo stesso modo apprezzata grazie ai suoi sapori insoliti e ai suoi strani abbinamenti.

La Pasqua è il momento perfetto per mettere le mani in pasta e realizzare prelibate leccornie. Passeggiando tra i vicoli dei paesini, l’aria è pregna del profumo dello zucchero, delle mandorle tostate e del miele proveniente dalle cucine delle abitazioni.

Tra i dolci tipici sardi ci sono indubbiamente le seadas, ma di queste abbiamo già parlato, sos papassinos fatti con uva sultanina, mandorle, semi di finocchio e una leggera glassa di zucchero, ci sono sas tiliccas, con un nome complicato tanto quanto la loro preparazione; si tratta infatti di coroncine di pasta ripiene di saba, il mosto d’uva e poi ci sono sos piricchittos, delle palline aromatizzate all’anice e con i semi di finocchio.

A questi si aggiungano sas copulettas, piccoli raviolini ripieni di miele e mandorle, appena glassati all’esterno e poi ci sono sas casadinas (o casciatini in gallurese), dei cestini di pasta ripieni di ricotta o formaggio e uva sultanina.

Queste sono solo alcune delle prelibatezze che la nostra pasticceria offre e tra le curiosità ce n’è una che spicca tra tutte.
Anticamente in ogni paese era presente la figura del lattoniere, che realizzava con estrema cura piccole forme per dolci.  Non essendo realizzate in serie, queste forme erano veri e propri pezzi unici, che ogni famiglia custodiva gelosamente, tramandando di madre in figlia antiche ricette.

 

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