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Coldiretti: a Pasqua compriamo carne di agnello e salveremo 60 mila pastori

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Nella Giornata mondiale della pastorizia campagna social #iostocoipastori. Rispettare le tradizioni della Pasqua e portare in tavola carne d’agnello non è solo benaugurante per il ritorno alla normalità ma aiuta anche la sopravvivenza di 60mila pastori duramente colpiti dalla crisi provocata dall’emergenza coronavirus. E’ quanto afferma la Coldiretti in occasione della Giornata mondiale della pastorizia con l’avvio di una campagna social dei pastori #iostocoipastori per sostenere il valore sociale, economico, storico e ambientale di un mestiere a rischio di estinzione.

In occasione di questa festività – sottolinea la Coldiretti – si acquista infatti gran parte di circa 1,5 chili di carne di agnello consumata a testa dagli italiani durante tutto l’anno. La carne di agnello è – evidenzia la Coldiretti – una presenza antica della tradizione gastronomica italiana, come dimostrano i piatti della transumanza tramandati da secoli: dall’abruzzese agnello cacio e ova al molisano agnello sotto il coppo fino all’abbacchio alla scottadito del Lazio. Tra le ricette più gettonate a base di carne di agnello in cucina per l’occasione ci sono – continua la Coldiretti – dagli arrosticini alle costolette panate, dalla più tradizionale teglia al forno con patate alla cacciatora, dall’agnello brodettato alle polpettine pasquali con macinato di agnello del Trentino fino al Cutturiddu pugliese, l’agnello cotto nel brodo con le erbe tipiche delle Murge, ma anche gli gnocchi al sugo di castrato e le tagliatelle al ragù di agnello.

Sostenere con i propri acquisti la produzione Made in Italy significa – afferma la Coldiretti – aiutare il proprio territorio e contrastare anche l’abbandono delle aree più difficili dove i pastori svolgono un ruolo insostituibile di presidio. Un sostegno fondamentale anche per le regioni terremotate del centro Italia dove c’è una significativa presenza di allevamenti che è importante aiutare per la ripresa economica ed occupazionale a quasi cinque anni dal sisma che ha colpito quei territori.

In una situazione in cui la maggioranza dell’offerta viene dall’estero e soprattutto da Romania e Grecia che non assicurano gli stessi standard qualitativi, per portare in tavola qualità al giusto prezzo il consiglio della Coldiretti è dunque quello di preferire carne di agnello a denominazione di origine, quella garantita da marchi di provenienza territoriale, o di rivolgersi direttamente ai pastori, quando è possibile.

La pastorizia – continua la Coldiretti – è un mestiere ricco di tradizione molto duro che garantisce la salvaguardia di ben 38 razze a vantaggio della biodiversità e che si prende cura di 6,2 milioni di pecore da nord a sud della Penisola anche attraverso tradizioni millenarie come la transumanza proclamata patrimonio culturale immateriale dell’umanità l’11 dicembre 2019. Negli ultimi anni si è sviluppato anche il recupero della lana di pecora come isolante termo acustico in edilizia dove garantisce prestazioni eccellenti sia nella protezione dal caldo e dal freddo, regolando il livello di umidità, sia contro i rumori, con un materiale naturale, sano e riciclabile.

Gli animali custoditi negli allevamenti italiani rappresentano un tesoro unico al mondo che va tutelato e protetto anche perché a rischio non c’è solo la biodiversità delle preziose razze italiane, ma anche il presidio di un territorio dove la manutenzione è garantita proprio dall’attività di allevamento, con il lavoro silenzioso di pulizia e di compattamento dei suoli svolto dagli animali”, ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “quando un allevamento chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di prodotti tipici e soprattutto di persone impegnate spesso da intere generazioni a combattere lo spopolamento e il degrado”.

 
 

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5 Comments

  1. Sebastiano Sebastiano 2 Aprile 2020

    Sperando che tutti se lo possano permettere..con la fame che c’è in questo momento…

  2. Anna Cento Anna Cento 3 Aprile 2020

    Aiutare chi? Chi sa allevare per far uccidere e smembrare poveri cuccioli che si sono appena affacciati alla vita?
    Ma perché non riconvertono le loro cruente attività in qualcosa di più bello e pulito e soprattutto non sporco di sangue innocente?
    #iostocongliagnelli?
    #stopallincubodellericettedeminonno??‍♀️
    #riconversioneplantbased??
    #stopviruszoonosi??

    Violenze sugli agnellini

    https://www.essereanimali.org/pasqua-senza-crudelta/?fbclid=IwAR1gagVYsXu4RzKQ_dAnUfK__8B7YrFRxm2KrH_6lEX5ElqVFyXGMZLlFWA

  3. Pippo Pippo 3 Aprile 2020

    Brava Anna Cento, concordo in pieno, le vendite per fortuna negli anni sono calate, e caleranno ancora, sarebbe meglio e lungimirante che coldiretti aiutasse gli allevatori in una riconversione ad attività diverse..

  4. Tonia Tonia 3 Aprile 2020

    Da quello che sta succedendo dovremmo avere mostrare qualcosa ma come vedo certa gente ha venduto l’anima al diavolo e se ne frega , sparge sofferenza e orrore così chi sa come la terra I punirà la prossima volto , complimenti per la crudeltà

  5. Stefano Giovannini Stefano Giovannini 4 Aprile 2020

    I cuccioli di qualsiasi razza non vanno uccisi e mangiati…. È una cultura barbara strappare i cuccioli dalle loro madri per ucciderli e essere poi mangiati.
    La cultura della vita è la più auspicabile la Pasqua e festa di vita, certamente non di crudeltà come quella della macellazione di piccoli esseri indifesi
    Festeggiamo la Pasqua con la vita e non con la crudeltà…

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