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Cultura, la Regione finanzia il restyling dei siti archeologici

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Dal villaggio nuragico di Palmavera, ad Alghero, alla Grutta is Janas di Baunei, dalla Necropoli di Su Murrone, a Chiaramonti, al complesso paleocristiano di Cornus, a Cuglieri, dal Nuraghe Oes, a Giave, al Pozzo sacro Milis, a Golfo Aranci, dall’area archeologica di Monte Tarè e Scerì, a Ilbono, al Nuraghe Luche, a Illorai, dall’area Nuraghe Luche Nolza, a Meana Sardo, all’area archeologica di Scaba ‘a Cresia – Santu Mraccu, a Morgongiori, dal Tempio di Demetra, a Narcao, a Sas Arzolas de Goi, a Nughedu Santa Vittoria, dal Nuraghe Burghidu, a Ozieri, a via Ponte Romano, a Porto Torres, dal Nuraghe Lu Brandali, a Santa Teresa di Gallura, alla Villa Romana di Santa Filitica, a Sorso, e al Nuraghe Majori, a Tempio. Sono i siti cui sono destinati i 2milioni di euro stanziati dalla Regione con l’obiettivo di tutelare, valorizzare il patrimonio culturale sparso per l’isola, favorendone la fruizione e facendone una leva per lo sviluppo turistico anche oltre l’estate e le aree marino-balneari. I soldi stanziati su iniziativa dell’assessorato regionale dei Beni culturali sono destinati a interventi di progettazione e realizzazione di campagne di scavo archeologico.

D’intesa con gli uffici periferici del Mibact sono stati individuati i siti che necessitano di interventi, privileggiando quelli d’epoca prenuragica e nuragica. «In Sardegna archeologia e paesaggio costituiscono un’offerta culturale di grande qualità e peculiarità», è la motivazione del provvedimento adottato dalla giunta presieduta da Christian Solinas. «Opportunamente organizzata attraverso l’attivazione di circuiti turistici, tale offerta contribuisce a promuovere e valorizzare l’intero contesto di riferimento, migliorandone la capacità attrattiva e determinando positive ricadute economiche e occupazionali a vantaggio della popolazione residente». Come spiega l’assessore regionale Andrea Biancareddu, «la Regione opera d’intesa con gli organi statali competenti, con le università e gli istituti di ricerca archeologica e paleontologica, realizzando azioni di carattere strutturale e creando spazi idonei all’erogazione di servizi che favoriscano la fruizione del patrimonio».

fonte:www.corrieredelleconomia.it

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